“ E’ RISORTO, NON E’ QUI! ”
Pasqua è il giorno “uno” per eccellenza! Il giorno della Risurrezione è l’inizio dei giorni. E’ ancora buio, ma si intravvede già l’alba di un giorno che non avrà mai fine, perché, ormai, Cristo vive e vive per sempre! E’ una nuova Creazione, il passaggio dalla morte alla vita, come vittoria senza ritorno di tutta l’umanità, nell’umanità gloriosa del Signore. Tutto in questo giorno è un uscire, correre per andare a “vedere”, c’è una “fretta” che nasce dal desiderio di vedere il Signore risorto. Perché tutti corrono nel mattino di Pasqua?... E’ la fretta dell’amore: l’amore è sempre in ritardo sul bisogno di comunione. Che bello, in questo giorno sono ancora le donne protagoniste dell’annuncio pasquale. Dio affida a loro, che non avevano nessun diritto sociale e religioso, l’annuncio sconvolgente della Risurrezione! Parola, che è notizia ed evento. Dio ancora una volta sceglie gli ultimi, i più piccoli, per darci l’annuncio più grande. Tutti i racconti dei testimoni, infatti, sono una sorta di introduzione al grande annuncio del Cristo risorto. “ E’ risorto e… vi precede in Galilea”. Cristo è vivo e precede ormai, anzi anticipa il destino di ogni uomo. Incredibile…ma vero!
La Risurrezione è soprattutto la piena rivelazione dell’identità di Gesù di Nazareth; un evento che chiede la fede, una nuova visione sulla vita e sulla storia. E’ questo il nucleo centrale del credo della comunità cristiana, credere che “Gesù è morto e risorto!”. Quel Gesù, venuto dalla Galilea, crocifisso fuori città, non sta più sotto i tentacoli della morte. E’ vivo! Passato e futuro, fanno fatica a incontrarsi nella mente delle donne. Esse sono ancorate alla visione, all’esperienza, al passato. Ma attraverso l’angelo fa irruzione il futuro: “Non è qui”, non è tra i sepolcri dei morti. “E’ risorto”! Perché cercare tra i morti colui che vivo? E’ entrato nell’eterno presente dei vivi. La notizia dell’evento diventa l’evento della notizia che ormai deve correre per il mondo, a partire dalla Galilea. Quando si ha la notte nel cuore, la lettura del reale è distorta. I segni ci sono: la luce del nuovo giorno, la pietra rimossa, la tomba vuota, ma Maria continua a leggerli secondo la prospettiva naturalissima del trafugamento del cadavere e, perciò della vittoria della morte. Tant’è che va dai discepoli per recare ancora una volta un annuncio di morte: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro”.
Assai diverso il cammino di Pietro e Giovanni, è un cammino condiviso, come se avessero bisogno che l’uno avvalori la lettura dell’altro. La meta è identica, ma il passo è diverso: è più affrettato quello di chi ha consapevolezza dell’amore del Signore, ed è rimasto fino in fondo senza vacillare. Arriva per primo chi ama per primo! “La fede ha le gambe, l’amore ha le ali” (S. Morra). Giovanni, pur arrivato per primo, sceglie di mettersi da parte. Chi ama veramente lo si vede nella sua umiltà. Pietro ha bisogno di Giovanni per leggere i “segni”: egli infatti, vede e crede, e poiché ama, è in grado di leggere in profondità solo perché è l’unico ad aver conosciuto la perseveranza di un amore che non conosce arresti neppure di fronte all’evidenza della morte…Buona Pasqua sorella e fratello! Diffondi la buona notizia: il giorno della rivincita della vita è giunto. Cristo è risorto! Amen, Alleluia!